LE PRIME TC IN ITALIA: l’esperienza del Dott. TSRM Renzo Ricci

In Italia l’arrivo della Tomografia Computerizzata (TC) risale all’anno 1975, con l’installazione dello scanner di prima generazione EMI MARK 1 con applicazione neuroradiologica, presso l’Ospedale Umberto I di Ancona, e successivamente nel 1977 con lo scanner EMI 5005, presso l’Ospedale Bellaria di Bologna.

Assieme al Dott. TSRM Renzo Ricci abbiamo ripercorso il significato dell’introduzione della TC in Italia nel campo della diagnostica per immagini e l’impatto che questa nuova metodica ha avuto nella pratica clinica quotidiana.

L'intervista completa

Domanda: Nel 1971 fu eseguita la prima TC encefalo su una paziente di 41 anni, con sospetto tumore cerebrale presso l’Atkinson Morley Hospital di Wimbledon. In base alla sua esperienza personale, che cos’era la diagnostica per immagini prima di quella data? Quali erano i principali strumenti diagnostici e quale impiego aveva il TSRM nel loro utilizzo?

Risposta: La mia esperienza nasce nel giugno del 1977, quando appena diplomato come TSRM, mi venne chiesto di frequentare un corso di due settimane presso l’EMI-Medical a Slough (Londra), dove costruivano le prime apparecchiature TC. Avevamo sentito parlare, senza mai vedere, di una TC Brain che per la prima volta con una matrice di 80×80 (sperimental) aveva mostrato grossolanamente un tumore cistico frontale: era l’inizio di una nuova epoca.

La prima TC Total Body EMI SCAN5005 fu montata nel 1976 presso il Dipartimento di Radiologia dell’Università di Manchester e fu pagata all’epoca 250.000 pounds. La TC andava ad inserirsi come indagine primaria per le malattie degenerative e oncologiche del cervello, soppiantando la pneumoencefaloventricolografia ed in parte le arteriografie cerebrali. Di lì a poco soppiantò la stratigrafia inventata da Vallebona come metodo di dissociazione radiografica delle ombre (1947). L’invenzione della TC e poi dopo pochi anni del Tomografo di Risonanza Magnetica Nucleare decretarono inesorabilmente la parola fine a questa metodica

 

Domanda: In quale anno la Tomografia Computerizzata è stata introdotta nel suo Ospedale e che impatto ha avuto sulla routine diagnostica nelle prime fasi di utilizzo? Ci può dire i principali ambiti di applicazione in cui fu sperimentata?

Risposta: La prima TC in Toscana fu montata presso un famoso Istituto privato di Firenze, solo un’altra esperienza italiana interessava il Dott. Salvolini ad Ancona. Il primo esame fu fatto il 17 agosto 1977 con un’ equipe di radiologi di primo piano: Prof. Raffaella De Dominicis, Prof. Giacomo Nori e Prof. Giancarlo Dal Pozzo, che poi scrisse molti libri sull’argomento fra cui il “Compendio di Tomografia Computerizzata” edito dall’UTET.

Per la parte neuro arrivò un giovanissimo specializzando di neurochirurgia che oggi è il Prof. Franco Ammanati. Gli esami venivano eseguiti con sedute dedicate brain o body/torax perché era difficoltoso e manuale il cambio dei filtri di compensazione. Il tecnico per accendere la macchina compiva numerose impostazioni su due computer e le immagini venivano registrate su tape. Nonostante le mille difficoltà si riusciva ad eseguire fra i 10/12 esami al giorno.

Domanda: Nuova metodica, nuove competenze da sviluppare: quale fu l’iter formativo promosso dalla sua azienda per formare i TSRM nell’utilizzo della nuova metodica?

Risposta: Io ero l’unico TSRM e prima di partire con questa eccitante esperienza, fui mandato a Londra per due settimane. In seguito venne un Tutor a Firenze per un mese ad affiancarmi nelle fasi iniziali dell’avventura. Ci furono molti problemi per i Tecnici perché l’anatomia nella rappresentazione assiale fino ad allora non era stata studiata ed i corsi di formazione non la prevedevano: il primo atlante anatomico uscì molti anni dopo grazie al Prof. Dal Pozzo e anche le dinamiche farmacologiche dei mezzi di contrasto mettevano a dura prova le indagini contrastografiche per via dei tempi lunghissimi di esecuzione dell’esame.

Domanda: Quali erano le caratteristiche tecniche del primo tomografo da Lei utilizzato? Che modello era, come era strutturata la fase di acquisizione e quanto tempo impiegava per la ricostruzione delle immagini? Può spiegarci brevemente come si strutturava l’iter di acquisizione di una delle prime TC?

Risposta: Il primo tomografo su cui ho lavorato era l’EMISCAN 5005 Total Body che aveva come caratteristiche tecniche 140kV/28mA, una matrice di 320×320 per il corpo e 160×160 per il cranio, uno spessore dello strato di 13mm e un tempo di scansione di 20 secondi. La scansione avveniva con due movimenti, uno assiale di 10° ed uno trasversale.

Le difficoltà erano due sostanzialmente: il cambio dei filtri di compensazione che veniva fatto manualmente smontando il gantry e l’avanzamento del lettino che per motivi di sicurezza veniva fatto manualmente presso il gantry. Questo significava che per ogni esame il Tecnico entrava ed usciva circa 30/40 volte. La ricostruzione avveniva in circa 200 secondi per fetta e l’esame veniva registrato su una unità di nastro magnetico. Le immagini al paziente venivano consegnate dopo averle acquisite con sistema Polaroid e graffettate al referto. La scala Hounsfield era da +500 a -500 unità.

Domanda: Vi fu subito attenzione all’aspetto radioprotezionistico e quindi alla dosimetria associata all’utilizzo della nuova metodica? In che modo veniva calcolata la dose che si sarebbe erogata al paziente prima dell’acquisizione?

Risposta: Nessuno pensava alla dosimetria, l’unica cosa che si faceva era avvolgere il paziente con due camici di piombo per la radiazione diffusa dalla rotazione.

Domanda: Dopo quanto tempo dall’installazione di quel primo tomografo avete avuto modo di cambiare apparecchiatura? Che apparecchiatura è stata acquistata in seguito e come è stato il passaggio dalla prima tecnologia alla successiva? 

Risposta: Nei primi anni ’80 a Careggi fu acquistata la prima TC Pfizer, che superava di gran lunga le performance del CT5005, anche se le immagini della EMI erano considerate molto belle e diagnostiche.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp