b(2)_ACRECMOTC Ruolo e valutazione tecnica della Tomografia Computerizzata (TC) nel paziente in Arresto Cardiaco Refrattario (ACR) trattato con Ossigenazione Extracorporea a Membrana (ECMO)

M. Scardino, M. Perusia, S. Veglia; Radiodiagnostica 2 DEA AOU Città della Salute e della Scienza, Molinette, Torino mscardino@cittadellasalute.to.it

L’arresto cardio-circolatorio extraospedaliero (OHCA)

Evento abbastanza comune (275000/anno Europa)
Mortalità molto elevata (sopravvivenza ≈10%), anche nei casi di approccio immediato con:

Tecniche rianimatorie cardiopolmonari (RCP)
Supporto vitale avanzato (ALS).
Supporti extra corporei

Nei casi di ACR in trattamento con ECMO, la TC è in grado di fornire informazioni di fondamentale importanza per il decorso clinico-terapeutico.

ECMO Veno-Arterioso
Supporto extracorporeo per il sostegno vitale
Vicaria l’azione cardiopolmonare
Avviene tramite cateterismi e pompe infusorie
Pazienti con emodinamica compromessa e alterata dal trattamento in atto.
Bypass fisiologico flusso cardiocircolatorio
Flusso sanguigno retrogrado caudo-craniale
Presenza di zone di confine
Sequestri e dirottamenti del mdc
Mimesi di patologie aortiche
possono causare artefatti nell’imaging TC.

Protocollo di studio:

Studio retrospettico osservazionale monocentrico
pazienti afferenti dal DEA e sottoposti a rianimazione cardiopolmonare extracorporea (ECPR) tramite ECMO-VenoArterioso:

TC multifasica spirale (120Kv 400mA THK1.25mm) CR-CD, basale e fasi mdc (iodato 370mg/ml non ionico, 4ml/s vena centrale, arteriosa ROI Aorta prossimale, venosa 30-90’’).

Analisi multivariata del campione. Valutazione posizione dei cateteri ECMO tramite riformattazioni multiplanari MPR e MIP.
Analisi dei fattori tecnici.

Risultati:

Nell’ipotesi di effetto “furto” di mdc dal circolo polmonare, non è stata dimostrata una dipendenza statisticamente significativa (Test di Fisher p=0.0699), tra la sua opacizzazione, e la distanza tra l’apice del catetere di infusione mdc e quello della cannula inflow dell’ECMO-VA femoro-femorale.
Bias di numerosità campionaria e di mancata standardizzazione del flusso di infusione ECMO.
Invece tra l’opacizzazione del circolo polmonare e quella della parete del VS vi è una correlazione statisticamente significativa (p=0.0344). La numerosità del campione, tuttavia, non ha permesso di eseguire un modello di regressione sul test effettuato che permetta di specificare la “direzione” della correlazione.

Conclusioni:

Le strategie per ottimizzare l’esame sono: ridurre il flusso ECMO per limitare la competizione con il circolo nativo e conseguenti artefatti, posizionare ROI nel vaso di interesse, trigger manuale, aumentare il volume mdc e/o ridurre velocità del flusso (considerando che il tempo di circolo dell’ECMO è ridotto rispetto a quello fisiologico). Il TSRM in grado di valutare il sito di iniezione e il posizionamento della cannule ECMO è in grado di eseguire correttamente una angio-TC, tenendo conto dei diversi timing e dei flussi “non convenzionali”. Quanto emerso dovrebbe indurre i TSRM, in particolare quelli che si occupano di area critica, a familiarizzare sia con tutti i protocolli vascolari e cardiaci, sia con le marcate alterazioni emodinamiche che si verificano nei Pazienti trattati con supporti esterni.

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